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La caduta dell'Impero romano continua a fare scorrere fiumi d'inchiostro: essa ha suscitato in questi ultimi anni un numero di pubblicazioni senza precedenti. La si tratta a torto come un enigma storico che si potrebbe risolvere identificandone le cause, mentre è proprio la longevità dell'Impero romano a essere enigmatica. Tuttavia, se tale caduta affascina, è perché essa è uno specchio che riflette le paure contemporanee di declino e crollo, oggetto di un vero e proprio boom in seno all' "impero americano" e all'Unione Europea. Questo libro si interroga sull'ultimo secolo dell'Impero romano, cercando di dimostrare che la sua caduta è nient'altro che uno spettro. Sebbene sia impossibile trattare un simile argomento in modo del tutto esaustivo, la cultura occidentale non sembra avere alcun desiderio di rinunciarvi. Ciò si deve al fatto che, probabilmente, questa rinuncia metterebbe in dubbio il pessimismo forzato che la sottintende. Questa "caduta" è divenuta una storia infinita, poiché ci si sforza invano di accumulare i fattori incerti di un avvenimento dai contorni non ben definiti, mentre essa in ultima analisi serve essenzialmente a sfogare le nostre angosce.